dedica al mio spazio..
LA FINESTRA
(NEGRAMARO)
Stringi tra i denti quei tuoi pensieri che lisci come l’olio
vanno
infondo alla pancia quelli di ieri
speri non risalgano mai più nella gola
per non dover poi dire
mai più quel che pensi a me che non so più capire te..
me..te..me..te..me…
respiri tra i denti i miei pensieri
prima che ritornino
quaggiù nella pancia quelli di ieri
speri non dover sentire mai più dalle labbra
che ti han saputo dire
di più dei pensieri che non ti so spiegare mai…
stringi forte al petto quell’attimo che c’è
se ti porti dietro il mondo
porta dietro pure me…
e non mi resta che allacciare un paio d’ali alla mia testa
e lasciare i dubbi tutti a una finestra
per quel paio d’ali fuori è ancora festa
perché non ho molto tempo
e non mi resta..
stringi, stringi, stringi,stri..
Stringi tra i denti quei tuoi pensieri
che lisci come l’olio vanno
giù nella pancia quelli di ieri..
no no non risalgono mai più nella gola
mai più quel che pensi a me che non so più capire te..
te..me..te..me..
se ti porti dietro il mondo porta dietro pure me
e non mi resta che allacciare un paio d’ali alla mia testa
e lasciare i dubbi tutti a una finestra
per quel paio d’ali fuori è ancora festa
perché non ho molto tempo
e non mi resta
incollato un paio d’ali alla mia testa
e ho lasciato i dubbi tutti
a una finestra
per quel paio d’ali sai non è più festa
perché non è molto il tempo che mi resta…
non mi resta, non mi resta, incollato un paio d’ali a questa testa
si ma tu stringi, stringi, stringi, stringi, stringi, stringimi sulla finestra
se ti porti dietro il mondo porta dietro pure me
Scriverò di te..
Scriverò di te,
lo sento..un giorno lo farò.
Come un abile pittore
ti dipingerò sulla carta,
le parole, i silenzi, gli spazi saranno le mie tempere,
le pagine le mie tele,
la penna il mio pennello,
il mio cuore sarà il cavalletto che
reggerà l’amore per la vita,
la voglia di scrivere,
la voglia di te.
Sarai la mia modella,
mai ferma,
mai immobile,
mai nuda.
Nessun espediente, né trucco..
ti dipingerò mentre sorridi,
mentre cucini,
mentre lavori con la tua creta
la tua argilla, la tua arte.
Ti dipingerò mentre piangi,
quando le lacrime bagneranno quel volto
segnato da una triste malinconia
che non smette di turbarti il cuore.
Ti dipingerò mentre mi guarderai,
i nostri occhi come specchi
per riflettere le anime che come
tele aspettano di essere colorate
di gioia,
di amore,
di serenità,
di voglia di un rapporto vero,
di noi.
Nuda
“Nuda”
(G.Ambrosino)
Una stanza buia,
il silenzio riecheggia in quella casa oramai vuota,
svuotata di tutte le sensazioni,
emozioni, paure..
voglie.
Un pendolo,
il cui tichettio sembra risuonare fastornante,
segna il tempo di un qualcosa che non c’è più,
di quel qualcosa che un tempo
colorava queste pareti,
di gioia, meraviglia..
amore.
E la tela…
bianca,
ancora nuda,
desiderosa delle sue mani che,
come carboncini,
delineano forme,
linee
fino a far comparire l’immagine di me,
nuda con le sue mani sui miei seni.
Infine lo specchio…
e un sussulto.
Nuda.
*sia la poesia che il dipinto sono rilasciati con la stessa licenza.
dopo tutto..tanto rumore per nulla!?!
Cari amici,
spesso commettiamo errori e lo facciamo in un modo così marcato, così definito da far sembrare una certa volontà nel farlo, come se ci fosse una premeditazione, ma non è così. Almeno non sempre.
Anche ieri sera è successo, anche ieri si è verificato l’ennesimo errore, quello che sembra porre fine ai giochi, che chiude ogni spiraglio di futuro. Poi accade qualcos’altro nella notte, come se i cattivi pensieri prendessero il volo, in un batter d’ali e via, o come una sorta di incantesimo, come una fata con la bacchetta magica facesse sparire tutto. Ma sappiamo anche che non è così.
Ieri sera pensavo che sarebbe finito tutto, che la mia storia con Laura appartenesse già ad un lontano ricordo..bello, ma lontano.
Mentre le urla, le grida, le sedie sbattute riecheggiavano nella stanza come tante azioni dinamitarde, pensavo che non avva senso tutta quella scena, ero stanco di rivederla, come un addetto al montaggio di un film, facevo quel gesto in modo meccanico, a volte fin troppo.
Ieri sera ho pensato davvero che oggi pomeriggio, al mio ritorno non trovavo più nessuno, solo pareti più vuote e tristi, così come i cassetti, le ante dell’armadio. Parlando con Bruna già si affrontava la questione tinteggiamento delle pareti, spostamento dei mobili, come se quella storia fosse già finita. La rabbia, la delusione, la tristezza erano in me, le sentivo scorrere nelle mie vene come sangue denso e scuro, così come colata lavica di un vulcano ancora in tiro.
E pensavo a quel grado, quel livello di insoddisfazione che mi avrebbe portato a scappare, fuggire, rifugirarsi in qualsiasi altro posto che aveva in quel momento più voglia di avermi; sarei andato dai miei ma la troppa paura di ammettere un fallimento mi ha fatto cambiare idea. Non potevo presentarmi alle 23.30 con borsone e tanta tristezza. Come avrebbero reagito? Non lo so! So soltanto che io non avrei reagito bene. Stanotte o stamane (non me ne sono tanto reso conto) lei mi ha abbracciato, un’altra volta. Anche questa volta il tecnico del montaggio era lì, pronto ad inserire una scena, anche questa troppe volte già vista, già vissuta. Stamane ci siamo abbracciati e tutto è sembrato appiattirsi, appianarwsi così. In un abbraccio. Non è normale, non va bene così.
Non possiamo ogni volta far succedere le tarantelle e poi risolvere tutto con il gesto più semplice del mondo, quello che non si nega mai a nessuno, soprattutto quando questo qualcuno ha vissuto, condiviso troppi giorni, troppi momenti insieme.
Questo post l’ho scritto in treno per venire a Napoli. Una giornata di lavoro mi farà bene. O forse direttamente questa sera quando andrò a giocare a calcio. Ho bisogno di sfogarmi, allentare la tensione con una bella corsa.
Ho bisogno di respirare aria fresca. Aprite le finestre.
Vs Giacomo
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